L’osservazione del cielo stellato ad occhio nudo ha la sua bellezza e il suo indubbio fascino ma, oltre a riconoscere le costellazioni e guardare stelle più o meno luminose, ad occhio nudo c’è ben poco da fare. Se si viene assaliti dalla passione per il cielo stellato il passo a desiderare di osservare gli oggetti celesti prima con un binocolo e poi con un telescopio è breve. Se poi si ha interesse o passione per la fotografia diventa spontaneo provare a fare delle fotografie al cielo stellato con la reflex su un treppiede oppure, se lo si ha, al telescopio. Ma…, c’è un ma! Tanto veloce è l’entusiasmo a crescere quanto la delusione a seguirlo se si è troppo precipitosi e non ci si informa correttamente sulle caratteristiche degli strumenti e le possibilità che offrono, sia a livello di osservazione visuale (si chiamano “visualisti” gli astrofili che osservano gli oggetti celesti cercando di carpirne ogni dettaglio visibile col proprio strumento) che di fotografia (gli appassionati di fotografia astronomica si chiamano “astrofotografi”). Il risultato di un facile entusiasmo non accompagnato da una corretta ed esaustiva conoscenza e delle aspettative che anche solo la visione di una scatola di un telescopio possono creare, potrebbe essere quello che ben esprime questa vignetta:
Uno strumento che costa poco, una bella fotografia che mostra Saturno enorme con i suoi bellissimi anelli o la Grande Nebulosa di Orione a colori o la Galassia di Andromeda con i bracci di spirale e ci si innamora! Poi si monta il “telescopietto” acquistato, non si capisce come lo si deve puntare, non si riesce neanche a puntare una stella, si prova con la Luna, ci si riesce e si rimane stupidi di quanti crateri si riescano a vedere, però si sposta mentre si osserva e poi più di tanto non si riesce ad ingrandire, per cui la si guarda un po’ di volte ed è sempre quella… Con un po’ di pazienza si riesce a puntare il tanto agognato Saturno o la nebulosa di Orione e… scatta la delusione! Saturno è un cosino minuscolo che appena si vede l’anello e la nebulosa di Orione è uno sbuffo nebbioloso in bianco e nero. Risultato: se va bene il telescopio rimane in una scatola in garage, altrimenti lo si regala o, peggio, lo si butta via, magari pensando che non funziona o che è una fregatura e sono stati soldi buttati.
Tutta questa premessa è necessaria proprio per non buttare via soldi e non avere delusioni. La questione è semplice: se non si sa come funziona un telescopio, cosa ci si può osservare, cosa ci si può aspettare in base alle sue caratteristiche, come utilizzarlo e come sfruttarlo al meglio è come acquistare un’auto con una bella carrozzeria e un bel colore che ci fanno pensare di avere una super auto sportiva e scoprire poi che ha il motore di una utilitaria di bassa cilindrata. Con l’astrofotografia poi è anche peggio e la delusione arriva subito alla prima prova dato che non si capirà neanche come attaccare l reflex al telescopio e anche utilizzando gli adattatori necessari si otterrà una fotografia immancabilmente… mossa e sfocata! Per cui i primissimi consigli da tener presenti sono:
- innanzitutto informarsi sui vari tipi di telescopi, le loro caratteristiche, il funzionamento, per cosa sono adatti: non limitarsi a sfogliare un catalogo o un sito web facendosi abbindolare dalle descrizioni, ma documentarsi a fondo leggendo un libro dedicato ai telescopi, all’osservazione visuale e alla fotografia astronomica (se questo è di proprio interesse e si è già appassionati e un po’ esperti di fotografia, altrimenti andarci piano!)
- parlare con qualcuno che abbia già un telescopio e lo utilizza da tempo, meglio ancora chiedergli di poter osservare insieme in modo da capire cosa si può vedere con quel tipo di strumento e come utilizzarlo: quello che si può imparare sul campo e attraverso l’esperienza di una persona esperta un libro non riuscirà mai a spiegarlo!
- iscriversi e frequentare un gruppo di astrofili, o anche un gruppo online, chiedendo consigli e facendo domande, vi si troveranno molte persone di grande esperienza che potranno spiegare di tutto e consigliare al meglio sul tipo di telescopio da acquistare in base alle proprie aspettative (osservare pianeti? osservare oggetti deep sky? fotografare gli uni o gli altri o entrambi?), tempo disponibile e portafoglio: tipologie di strumenti e prezzi sono una selva difficile in cui districarsi per poter prendere una decisione!
- una volta acquisita conoscenza e capite le proprie aspettative e possibilità di tempo ed economiche andare a parlare con un venditore di un negozio professionale di telescopi, non con il commesso del supermercato in cui c’è un telescopietto in offerta… Un negoziante serio che vede che siete informati e avete le idee chiare su come volete utilizzare il telescopio saprà indicarvi per il meglio.
- ma soprattutto rendetevi conto di quanto tempo e passione avete! Non sottovalutate questo aspetto: troppo presto attrezzature spesso costose finiscono in garage inutilizzate dopo il primo amore fugace per mancanza di tempo da dedicare o di voglia di montare tutto ogni volta e stare svegli ore di notte a prendere freddo… Senza un vivo interesse e passione che ci porti a desiderare il momento di osservare il cielo stellato come un momento tutto per noi o da condividere che ci fa stare bene, il solo dover montare il treppiede, il telescopio, bilanciarlo, fare il puntamento polare, cercare gli oggetti da osservare, poi smontare tutto è sufficiente a far passare la voglia dopo le prime 3-4 volte. È la passione che fa muovere le cose e ci rende disposti a sacrifici, a dedicare tempo, a migliorare e ci permette di ottenere risultati: vale per la pittura, come per suonare uno strumento, come per correre una maratona, scalare una montagna o osservare il cielo stellato. Siete sicuri di avere questa passione e siete pronti a fare dei sacrifici e a trovare il tempo da dedicarle? Se c’è passione per qualcosa allora il tempo si trova sempre! L’unico tempo che possiamo avere contro è il tempo atmosferico, ma per quello possiamo solo aspettare ed è sempre la passione che permette di accettare l’attesa…
- avere pazienza e procedere a piccoli passi: non pensate subito ad acquistare una strumentazione di alto livello, prima fate pratica per vedere se la cosa vi prende sul serio, iniziate anche con un telescopio usato (ma in ottime condizioni!) in modo da risparmiare, rimanendo su strumentazioni non eccessive, facili da utilizzare e che vi permettano di fare la necessaria gavetta e facciano capire se il vostro interesse si mantiene e aumenta, passando poi a strumentazioni più “serie”. La compravendita dell’usato astronomico è attivissima, sfruttatela! Farete sempre a tempo a rivendere uno strumento per passare ad un altro di livello superiore, ma ciò non significa iniziare col telescopietto del supermercato, quello non ve lo comprerà nessuno usato!
Le vere domande iniziali da porsi non sono tanto “quale telescopio acquistare?” o “cosa potrò vedere?”, ma “perché mi interessa osservare il cielo stellato?”, “ho tempo per farlo?”, “sono disposto/a a passare notti insonni e montare e smontare il telescopio ogni volta?”, “quali sensazioni ed emozioni mi fa provare guardare le stelle?”. Queste sono a mio avviso le domande da porsi, la scelta del telescopio è una conseguenza dopo aver capito perché si vuole osservare e cosa si preferisce osservare o fotografare. Sulla scelta del telescopio più adatto alle proprie preferenze e aspettative ci tornerò più avanti con un altro articolo. Se si trovano le proprie motivazioni personali, mi spingo a dire interiori, per osservare il cielo stellato ecco allora che la passione si insinuerà in ogni angolo della mente e del corpo, fino a trovare il suo obiettivo: farci provare sensazioni ed emozioni in quel viaggio solitario di migliaia o milioni di anni luce nello spazio interstellare e intergalattico che un telescopio può permetterci di svolgere, immersi nei nostri pensieri, nella nostra intimità, solitari viaggiatori nel silenzio della notte…
In pratica se l’interesse e la passione non sono sufficienti non conviene acquistare un telescopio. Si può comunque essere appassionati di astronomia e restare incantati a guardare il cielo stellato, scoprendone le sue meraviglie guardando comodamente degli splendidi documentari o leggendo libri, evitando così di spendere molti soldi, anche perché purtroppo questa passione costa! Strumenti da principianti costano poco ma rendono poco, buoni strumenti rendono molto ma costano molto e questo aspetto vale ancor di più per quanto riguarda la strumentazione per fare astrofotografia, dove solo per camere con sensori digitali o singoli filtri i costi sono come minimo a due zeri…
Ma se la passione ci prende… L’osservazione al telescopio può rivelarsi un’esperienza tanto entusiasmante quanto deludente, dipende dalle conoscenze che si hanno sull’utilizzo e le possibilità offerte da uno strumento e dagli oggetti osservati: se per la prima volta si osservano i crateri e le formazioni lunari o Giove con le sue lune galileiane o Saturno con i suoi anelli probabilmente la reazione è di entusiasmo e incredulità, ma se si osserva una stella o una nebulosa o una galassia è facile che l’espressione spontanea sia “tutto qui?”. Le scatole dei telescopi economici riportano spesso fotografie spettacolari della nebulosa di Orione o delle Pleiadi o di comete o di Saturno e naturalmente a colori, per cui si è portati a pensare che è così che si vedrà. Niente di più falso e fuorviante! I colori non riusciremo mai a vederli, se non quelli dei pianeti e di alcune stelle brillanti, e tantomeno riusciremo a vedere gli oggetti così enormi e ravvicinati con mostrati nelle fotografie: semplicemente il nostro occhio non ce la fa. Ma se cominciamo a pensare che quello che stiamo osservando è qualcosa che dista da noi migliaia di anni luce, ovvero migliaia di migliaia di miliardi di chilometri, o decine di milioni di anni luce nel caso delle galassie, eppure riusciamo a vederlo, che ha dimensioni enormi anche se appare così piccolo, che la sua luce ha viaggiato per millenni prima di arrivare al nostro occhio e che vediamo quell’oggetto non come è ora ma come era migliaia di anni fa quando quella luce che osserviamo è partita da lì, allora l’osservazione di quelle deboli luci sfumate assume tutt’altro fascino e significato. Osservare al telescopio non è come guardare una fotografia: per quanto gli strumenti siano tecnologici ci riporta alle sensazioni provate dagli astronomi del passato, mette alla prova le capacità degli occhi e del cervello a riconoscere dettagli, stimola la voglia di conoscere di più! È anche un atto di pazienza e di perseveranza, visto che man mano che si osserva e l’occhio si abitua al buio inizierà a cogliere sfumature e dettagli che dieci minuti prima non vedeva.
Per questo si parla di “osservare” e non semplicemente “guardare”. L’osservazione visuale non si può liquidare in trenta secondi, in uno sguardo e via per passare al prossimo oggetto. Deve portarci a lasciare da parte i ritmi frenetici della vita, a immergersi nel silenzio e a godere del momento, di quel “qui e ora” che troppo spesso ci sfugge nella realtà quotidiana. E la soddisfazione maggiore deriva non dall’osservare un oggetto celeste trovato automaticamente dal sistema di puntamento computerizzato della montatura, ma dall’averlo trovato con i propri occhi, consultando una carta stellare e rintracciandone la posizione fra le stelle aiutandosi con un binocolo e il cercatore del telescopio. A questo si accompagna la bellezza del cielo stellato sopra di noi, il silenzio della notte in cui siamo soli o con degli amici che condividono il nostro interesse o passione, lo stupore da provare insieme, i discorsi, le opinioni ed esperienze scambiate con altri osservatori, le battute, lo stare all’aria aperta sotto una coperta di sole stelle, anche al freddo sì, immersi nel silenzio rotto da qualche richiamo di civetta o allocco se si ha la fortuna di sentirli, cullati dal ronzio del motore di inseguimento del telescopio. Se l’aspettativa è di vedere bellissime immagini colorate allora si può fare a meno di perdere il sonno e prendere freddo, per di più spendendo soldi per la strumentazione, e conviene rimanere in casa comodi e al caldo a guardare un bel documentario di astronomia o le immagini di nebulose e galassie realizzate dagli astrofotografi. Se invece l’aspettativa e vedere fino dove il vostro occhio può arrivare ad osservare e quali particolari può scorgere di un oggetto distante miliardi di chilometri o migliaia o milioni di anni luce, allora l’osservazione al telescopio fa per voi. Ci si rende così conto di dove siamo: un “pallido pallino blu”, come scrive il grande astronomo e divulgatore Carl Sagan, alla deriva nello spazio insieme a migliaia di altri mondi, ma noi siamo sul nostro, sulla nostra Terra, ed è tutto ciò che abbiamo…
“Noi siamo l’incarnazione locale di un Universo cresciuto fino all’autocoscienza. Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle.” (Carl Sagan)